Come una dolce e totale immersione in un’altra realtà.. Così appariva la cancellata della Villa Padronale immersa nelle campagna dell’Emilia. Percorrere in auto il lungo viale che separa l’ingresso da quella curva a gomito, non dava solo il tempo di apprezzare la bellezza della struttura, ma permetteva di lasciarsi alle spalle un mondo fatto di ciò che viene definito normalità.
Gli uomini venuti da soli parcheggiavano l’auto, poi un bel respiro serviva a ossigenare il loro coraggio con l’aria fresca, si incamminavano con un bagaglio leggero verso la vetrata d’entrata consapevoli che avrebbero vissuto completamente da schiavi fino all’uscita di quel luogo carico di intrigo..
Le Signore invece arrivavano con l’auto a pochi metri dal riflesso del portone d’ingresso, lo sportello si apriva grazie alla galanteria, una gentile mano le aiutava a scendere, la loro decolté lucida graffiava la ghiaia, il tailleur dimostrava l’eleganza con cui avevano vissuto il viaggio, i grandi occhiali scuri proteggevano dal sole mattutino lo sguardo delle Regine e le loro intenzioni che avevano portato con se..
Sempre sulla porta il segretario del F.I.E. attendeva le Miss ospiti e gli schiavi, la divisa dell’addetto al ricevimento era impeccabile, la cravatta del suo gessato era sostituita da un grosso collare rosso e nero, come i colori dalla sua Padrona.
Gli schiavi venivano accompagnati in una stanza sobria, ma confortevole, se non avessero commesso errori avrebbero dormito in un letto comodo.
Le Signore venivano accompagnate in un tour della Villa, iniziando dalla regale stanza da pranzo passando poi per il portico attrezzato con catene che scendevano dalle volte del soffitto, una larga scalinata portava nel grande salone chiamato “Sala del Feudo”, da questa stanza dando le spalle al grosso camino ed ai lunghi divani, dagli archi delle finestre si scorgeva l’incantevole giardino all’italiana. La visita della struttura si concludeva con l’assegnazione della sfarzosa camera dove il letto a baldacchino e i divanetti delle signore erano accostati da gabbie e gogne che sarebbero servite per le punizioni private lontano dagli occhi delle altre ospiti.
Scenari mattutini:
Una Signora da sotto il suo cappello colorato sorrideva gioiosamente per lo sfarzo della camera assegnata, la stessa dava subito disposizioni al suo schiavo personale di portare tutti i sui bagagli, e di disfarli, con la direttiva specifica di eseguire i compiti sculettando per meglio dimostrare a tutti, la sua natura di servetta troietta.
Le tre Padrone di casa del F.I.E., nella mattinata di arrivo delle ospiti, erano tutte impegnate.. MisKristine rileggeva il discorso di presentazione sorseggiando il suo caffè americano, la Signora Khadya controllava l’ordine degli arrivi seduta alla sua scrivania sulle spalle di uno schiavo toscano dai muscoli possenti, infine la giovane Rossofuoco, si allenava con la sua nuova frusta sotto gli occhi di un suo protetto che sapeva che l’allenamento si sarebbe concluso sulla sua schiena..
La collarizzazione degli schiavi era la prima cerimonia di quel lungo fine settimane, un collare nero uguale per tutti con un anello, avrebbe cinto il collo di ogni uomo, mai gli schiavi dovevano presentarsi al cospetto delle Miss senza di esso, il primo pranzo era l’occasione per ribadire le regole a cui tutti i partecipanti si sarebbero dovuti attenere! continua...